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LA KINESIOFOBIA ASSOCIATA ALLA LOMBALGIA

25 Aprile 2021

Vi è mai capitato di sentire parlare di kinesiofobia? Si tratta di “paura del movimento”. Vediamo insieme come associarla alla lombalgia.

La lombalgia viene definita come dolore con presenza o meno di limitazione funzionale, compreso fra il margine inferiore dell’arcata costale e le pieghe glutee inferiori, con eventuale irradiazione posteriore alla coscia ma non oltre il ginocchio. Può determinare assenza da lavoro e limitazioni nelle attività di vita quotidiana.
È il disturbo osteoarticolare più frequente e circa il 70% della popolazione, sperimenta questa condizione di “mal di schiena” almeno una volta nella vita.
In Italia la percentuale di cronicità si aggira intorno al 5-9%.

Ma perché si arriva ad una condizione di cronicità e quindi avere dolore anche per 1 anno?

Esistono dei fattori sfavorevoli che devono essere sempre considerati nel trattamento di un soggetto con mal di schiena: le cosiddette “yellow flags”. Questi sono dei fattori individuali che quando presenti fanno si che la lombalgia non si fermi ad essere soltanto un problema fisico ma bensì anche psicologico e sociale.
Una di queste yellow flags è proprio la kinesiofobia o “paura del movimento”.
Il paziente con mal di schiena inizia così ad evitare determinate attività perché sicuro che poi avrà dolore; con il tempo però, questo porterà ad una condizione di forte limitazione nelle attività di vita quotidiana e a forti restrizioni nella vita partecipativa/sociale.
Per evitare così il “possibile dolore”, i soggetti tenderanno a muoversi sempre meno con movimenti più lenti, poco variabili e con maggiore rigidità.
Tutto questo andrà ad aumentare la probabilità che il nostro mal di schiena diventi cronico e che colpisca anche la sfera psico-sociale.

Quale potrebbe essere il trattamento più opportuno?

Il soggetto con mal di schiena e con la presenza di yellow flag come la kinesiofobia, dovrebbe essere rieducato con una esposizione graduale all’attività.
Con l’aiuto di un fisioterapista si andrà a formulare un programma graduale di esercizi individualizzati e un protocollo riabilitativo per risolvere la sintomatologia dolorosa e per prevenire una possibile cronicizzazione.
Con l’aiuto di esercizi a bassa intensità, individuali o di gruppo, e ripetitivi, si arriverà a rompere questo legame movimento-dolore; inoltre con la combinazione di tecniche di terapia manuale come manipolazioni e mobilizzazioni si andrà a contrastare la sintomatologia fino a risolverla.

La soluzione migliore quindi, per affrontare la lombalgia e la “paura del movimento” associata, è la ripresa graduale dell’attività e dell’esercizio fisico e non assolutamente quella della limitazione del movimento quotidiano abitudinario.

Francesco Magagna

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